lunedì 10 dicembre 2012

Commento alla terza prova del campionato autunnale. (Bozza non riletta e scritta frettolosamente)




Rieccomi,

scusate il ritardo ma ho avuto un bel po’ di cose da fare in questi giorni e non ho trovato il tempo per fare il commento alla regata. Spero che la memoria non mi inganni, visto che non ho preso appunti. Farò un’estrema sintesi, concentrandomi solo su alcuni aspetti della prima bolina. Le  condizioni questa volta ci hanno messo un po’ in difficoltà. Il ponente ballerino ci ha obbligati a spostare le boe più volte e ad annullare l’ultima prova a causa di un salto di oltre 40 gradi. Due comunque le prove disputate.  Due prove interessanti sia tecnicamente che da un punto di vista tattico/strategico. Quest’ultimo aspetto è quello su cui vorremmo focalizzare particolarmente le attenzioni in questo periodo. Le prime partenze non andavano bene e quindi abbiamo alzato l’intelligenza per spostare l’allineamento e sistemarlo al meglio. Dopo alcuni sforzi,  allineamento posizionato e partenza valida. Nessuna barca parte anticipatamente. Ancora una volta, il vento ballerino e un bordo incerto suggeriscono una partenza ben fatta in libertà, in modo da trovarsi pronti a gestire il primo salto di vento ed entrare in “fase “.  Ancora una volta, il vento rafficato e ballerino ci impone massima attenzione, sia per cercare di trovarsi dentro la raffica e dunque navigare con la massima intensità di vento e la massima velocità, sia per navigare sul bordo “buono” che è quello  avvicina “di più” alla boa. Troppo spesso, troppi di voi navigano contro fase , inconsapevolmente. Oltre ai piccolini, che vanno un po’ a naso, tra i grandi mi ricordo in particolar modo Raffaela, Fabio, Riccardo, Matteo M.,Milo, Michele e Federico. Fate attenzione, navigare per troppo tempo in contro fase, magari incrociando gli avversari, ci fa perdere metri preziosi e soprattutto posizioni. In generale, lo ribadisco, cerchiamo di navigare in fase, salvo situazioni in cui proviamo a correre qualche rischio,  (e quindi decidiamo di navigare consapevolmente sullo scarso), o per toglierci dal vento sporco a causa di rifiuti degli avversari, o per entrare di nuovo in fase sfruttando la posizione sopravento rispetto agli avversari e guadagnare metri preziosi se il vento rimane in fase o meglio ancora se continua a ruotare dalla nostra parte. Se avete difficoltà a visualizzare quanto detto, leggetevi l’articolo che ho pubblicato tempo fa e discutiamone insieme. In generale vi suggerisco di dividere la prima bolina in tre parti e gestirla in maniera differente, sia rispetto alla strategia che volete seguire, sia rispetto ai vostri avversari. La prima parte, quella subito dopo la partenza utilizzatela per portarvi nel vento “pulito” cercando di trovarvi in una posizione vantaggiosa rispetto ai vostri avversari e  mettervi nelle condizioni di poter navigare in fase. La parte centrale utilizzatela per portarvi nella zona del campo di regata che vi sembra pagare di più, e di controllarla rispetto ai vostri avversari, la parte finale, quella dell’approccio alla boa di bolina,  utilizzatela  per consolidare il vantaggio rispetto ai vostri avversari e mettervi nelle condizioni di approcciare la boa con le mure a dritta, evitando di dover dare acqua a file interminabili di barche. In condizioni di vento come quelle di domenica, evitate di trovarvi prematuramente sulla lay line, questo vi toglierà qualsiasi possibilità di sfruttare i salti di vento finali prima del giro di boa. Ricordate che nella parte finale della bolina, si puo’ perdere facilmente tutto il vantaggio acquisito, e allo stesso modo recuperare metri preziosi e posizioni.  Per i laschi e le poppe, trascuro considerazioni tattico/strategiche, vi pregerei ancora di concentrarvi sulla tecnica e sulle regolazioni delle vele (e della deriva). Per quanto riguarda la bolina finale, cercate di decidere subito se volete farla conservativa, quindi ponendo l’attenzione sugli avversari e sul controllo che vogliamo fare rispetto ad essi, oppure se abbiamo deciso di attaccare e rischiare, cerchiamo di essere concentrati sui salti e sulle raffiche e cerchiamo sin da subito di verificare se abbiamo guadagnato o perso qualcosa rispetto ai nostri avversari.  Cercate di memorizzare chi sono gli avversari che girano la boa vicino a voi.  Per quanto riguarda l’arrivo, con il vento che salta,  cerchiamo di evitare di trovarci sulle lay line prematuramente,  avviciniamoci il più possibile alla parte centrale dell’arrivo e solo alla fine scegliamo di tagliare nell’estremo che si sembra più conveniente. Fare diversamente puo' essere rischioso.

Alla prossima

Enrico.

Nessun commento:

Posta un commento