Rieccomi,
scusate il ritardo ma ho avuto un bel po’ di cose da fare in
questi giorni e non ho trovato il tempo per fare il commento alla regata. Spero
che la memoria non mi inganni, visto che non ho preso appunti. Farò un’estrema
sintesi, concentrandomi solo su alcuni aspetti della prima bolina. Le condizioni questa volta ci hanno messo un po’
in difficoltà. Il ponente ballerino ci ha obbligati a spostare le boe più volte
e ad annullare l’ultima prova a causa di un salto di oltre 40 gradi. Due
comunque le prove disputate. Due prove
interessanti sia tecnicamente che da un punto di vista tattico/strategico.
Quest’ultimo aspetto è quello su cui vorremmo focalizzare particolarmente le
attenzioni in questo periodo. Le prime partenze non andavano bene e quindi
abbiamo alzato l’intelligenza per spostare l’allineamento e sistemarlo al
meglio. Dopo alcuni sforzi, allineamento
posizionato e partenza valida. Nessuna barca parte anticipatamente. Ancora una
volta, il vento ballerino e un bordo incerto suggeriscono una partenza ben
fatta in libertà, in modo da trovarsi pronti a gestire il primo salto di vento ed
entrare in “fase “. Ancora una volta, il
vento rafficato e ballerino ci impone massima attenzione, sia per cercare di
trovarsi dentro la raffica e dunque navigare con la massima intensità di vento
e la massima velocità, sia per navigare sul bordo “buono” che è quello avvicina “di più” alla boa. Troppo spesso,
troppi di voi navigano contro fase , inconsapevolmente. Oltre ai piccolini, che
vanno un po’ a naso, tra i grandi mi ricordo in particolar modo Raffaela, Fabio,
Riccardo, Matteo M.,Milo, Michele e Federico. Fate attenzione, navigare per
troppo tempo in contro fase, magari incrociando gli avversari, ci fa perdere
metri preziosi e soprattutto posizioni. In generale, lo ribadisco, cerchiamo di
navigare in fase, salvo situazioni in cui proviamo a correre qualche
rischio, (e quindi decidiamo di navigare
consapevolmente sullo scarso), o per toglierci dal vento sporco a causa di
rifiuti degli avversari, o per entrare di nuovo in fase sfruttando la posizione
sopravento rispetto agli avversari e guadagnare metri preziosi se il vento
rimane in fase o meglio ancora se continua a ruotare dalla nostra parte. Se
avete difficoltà a visualizzare quanto detto, leggetevi l’articolo che ho
pubblicato tempo fa e discutiamone insieme. In generale vi suggerisco di
dividere la prima bolina in tre parti e gestirla in maniera differente, sia
rispetto alla strategia che volete seguire, sia rispetto ai vostri avversari.
La prima parte, quella subito dopo la partenza utilizzatela per portarvi nel
vento “pulito” cercando di trovarvi in una posizione vantaggiosa rispetto ai
vostri avversari e mettervi nelle
condizioni di poter navigare in fase. La parte centrale utilizzatela per
portarvi nella zona del campo di regata che vi sembra pagare di più, e di
controllarla rispetto ai vostri avversari, la parte finale, quella
dell’approccio alla boa di bolina,
utilizzatela per consolidare il
vantaggio rispetto ai vostri avversari e mettervi nelle condizioni di
approcciare la boa con le mure a dritta, evitando di dover dare acqua a file
interminabili di barche. In condizioni di vento come quelle di domenica,
evitate di trovarvi prematuramente sulla lay line, questo vi toglierà qualsiasi
possibilità di sfruttare i salti di vento finali prima del giro di boa.
Ricordate che nella parte finale della bolina, si puo’ perdere facilmente tutto
il vantaggio acquisito, e allo stesso modo recuperare metri preziosi e
posizioni. Per i laschi e le poppe,
trascuro considerazioni tattico/strategiche, vi pregerei ancora di concentrarvi
sulla tecnica e sulle regolazioni delle vele (e della deriva). Per quanto
riguarda la bolina finale, cercate di decidere subito se volete farla
conservativa, quindi ponendo l’attenzione sugli avversari e sul controllo che
vogliamo fare rispetto ad essi, oppure se abbiamo deciso di attaccare e
rischiare, cerchiamo di essere concentrati sui salti e sulle raffiche e
cerchiamo sin da subito di verificare se abbiamo guadagnato o perso qualcosa rispetto
ai nostri avversari. Cercate di
memorizzare chi sono gli avversari che girano la boa vicino a voi. Per quanto riguarda l’arrivo, con il vento
che salta, cerchiamo di evitare di trovarci sulle lay line
prematuramente, avviciniamoci il più
possibile alla parte centrale dell’arrivo e solo alla fine scegliamo di
tagliare nell’estremo che si sembra più conveniente. Fare diversamente puo' essere rischioso.
Alla prossima
Enrico.
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